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Famiglia Taeniidae




Taenia multiceps

Il parassita adulto può raggiungere i 5 metri di lunghezza (più solitamente il metro), colpisce cani e canidi selvatici e trova negli ovini e in latri ruminanti il suo ospite intermedio. Quando le oncorsfere sono ingerite dall’ospite intermedio migrano per via ematica al cervello e al midollo spinale dove si trasformano in larve (Coenerus celebralis), nelle capre la muta può avvenire anche in altri tessuti. In circa 6- 8 mesi il cenuro matura nel sistema nervoso centrale. Se il cane ingerisce i cenuri nutrendosi di un animale infetto, lo sviluppo del parassita continua nel piccolo intestino dove i parassiti adulti iniziano a formare proglottidi. Le proglottidi gravide con uova vengono emesse con le feci. L’infestazione decorre in genere asintomatica tranne in caso di infestazioni massive che possono portare a occlusioni intestinali. Nell’ospite intermedio la sintomatologia varia in relazione alla collocazione delle larve ma comporta sintomi neurologici.
Nel cane l’esame delle feci consente il reperimento delle uova, il trattamento si effettua con antitelminici.

Taenia hydatigena

E’ un cestode che può raggiungere i 5 metri di lunghezza. Cane e canidi selvatici sono gli ospiti definitivi mentre ovini, bovini e suini fanno da ospiti intermedi. Nell’ospite intermedio le oncosfere migrano per va ematica al fegato. Dopo circa quattro settimane riemergono sulla superficie del fegato e si fissano al peritoneo. Dopo altre quattro settimane assumono la forma larvale (Cysticercus tenuicollis) che può raggiungere gli 8 centimetri di lunghezza. In genere colpisce i cani da caccia o che vivono in zone rurali. Nel cane gli adulti si localizzano nell’intestino, le infestazioni decorrono in genere asintomatiche, uova e proglottidi possono essere riscontrati nelle feci e per la terapia ci si avvale di antitelminici.

Taenia ovis

Si riscontra nel cane e nei carnivori selvatici e può raggiungere i 2 metri di lunghezza. Capra e pecora sono gli ospiti intermedi: si localizza nel tessuto muscolare. Per sintomatologia e trattamenti vale quanto detto poco sopra. Il parassita provoca notevoli danni economici agli allevatori di pecore e capre: le carcasse degli animali infetti devono infatti essere distrutte. E’ allo studio un vaccino. In Australia e Nuova Zelanda vige il divieto di alimentare i cani con carne cruda di pecora e vengono pianificate regolari sverminazioni dei cani.

Taenia pisiformis



Colpisce i cani e altri carnivori selvatici. Gli ospiti intermedi sono lepri e conigli, più raramente scoiattoli e altri piccoli roditori. Nell’ospite intermedio lo stadio intermedio del parassita si localizza nel peritoneo e nella regione pelvica. Il parassita adulto può raggiungere i 2 metri.

Taenia serialis



Il parassita può arrivare a 70 cm di lunghezza e colpisce cani e canidi selvatici, lepri conigli e scoiattoli sono gli ospiti intermedi.

Taenia taeniformis



Infesta principalmente il gatto ma la possiamo trovare anche nel cane, nella lince e nei canidi selvatici. Gli ospiti intermedi sono topi e roditori.

Echinococcus granulosus



Esistono due sottospecie di echinococc l’Echinococcus granulosus granulosus e l’Echinococcus granulosus equinus. Il primo colpisce i cani e molti canidi selvatici il secondo solo il cane e la volpe rossa. Se il primo è diffuso in tutto il mondo, la diffusone dell’E.g. equinus si limita all’Europa. L’Echinococcus granulosus granulosus ha come ospiti intermedi i ruminanti, i suini e l’uomo (gli equini sono resistenti) mentre l’Echinococcus granulosus equinos trova nel cavallo il suo ospite intermedio.
Gli adulti vivono nell’intestino tenue, le cisti idatidee si trovano il fegato e polmoni, il parassita è lungo 6mm. Il periodo di incubazione nell’ospite definitivo è di circa 35-50 giorni, le oncosfere emesse con le feci possono rimanere vitali fino a due anni. Nell’ospite intermedio l’oncosfera ingerita penetra la parete intestinale e raggiunge per via ematica il fegato e per via linfatica i polmoni. Occasionalmente le larve si possono sviluppare in altri organi incluso il sistema nervoso centrale. Il periodo di crescita può variare tra i 6 e i 12 mesi e le larve possono raggiungere i 20 cm.
Le infestazioni di parassiti adulti nell’ospite definitivo decorrono generalmente asintomatiche, lo stesso accade, di norma, negli ospiti intermedi fatta eccezione per l’uomo dove le larve possono provocare sintomi gravi e, in alcuni casi, la morte.
L’Echinococcus granulosus granolosus ha due cicli vitali che possiamo chiamare ciclo rurale urbano e ciclo silvestre. Nel ciclo rurale urbano il cane si infesta ingerendo i visceri di un ospite intermedio infetto, in genere la pecora. L’uomo, in questo ciclo, si infesta ingerendo oncosfere presenti su verdure o su alimenti contaminati da feci canine o toccando il mantello dei soggetti infestati. Il ciclo silvestre invece coinvolge canidi, ruminanti selvatici e, in misura minore i cani da caccia a cui vengono somministrati visceri. Per quanto riguarda l’Echinococcus granulosus equinus l’infestazione non può prescindere dal contatto tra il cane (o la volpe) e i visceri di cavallo.
Diagnosticare l’ehinococco è complesso in quanto le proglottidi sono molto piccole e emesse in modo discontinuo. In alcuni paesi per la diagnosi si utilizzano antitelminici che provocano l’espulsione del parassita intero in modo da semplificarne l’identificazione. Per il trattamento dell’echinococco si utilizzano antitelminici.

Echinococcus multiocularis



L’Echinococcus multiocularis infesta cani, canidi selvatici e gatti. Gli ospiti intermedi sono roditori e insettivori anche se l’uomo e alcuni mammiferi sono sensibili all’infestazione. E’ morfologicamente simile all’E. granulosus da cui si differenza per le 4-5 proglottidi. Nell’ospite definitivo si localizza nell’intestino mentre nell’ospite intermedio nel fegato. Pur essendo diffuso in quasi tutto il mondo il parassita sembra prediligere le regioni subartiche e alpine. Il ciclo è principalmente “silvestre” e coinvolge canidi selvatici e più sporadicamente cani da caccia. per il trattamento ci si avvale di antitelminici. E’ generalmente asintomatico nel cane.

Tratto da "Milleniumdogs"

 

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